Parl@ con lei: nuove tecnologie per un carcere al femminile

Soggetti beneficiari: Donne carcerate – Famiglie delle donne carcerate.

Città / Regioni coinvolte: Friuli Venezia Giulia.

Periodo di realizzazione: febbraio 2014 – giugno 2014.

Fonte di finanziamento: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali – Servizio sistema integrato degli interventi e servizi sociali.

Costo complessivo: 3.000 euro

Stato progetto: concluso

Un progetto di sostegno alla genitorialità in carcere. La realizzazione del progetto ha rappresentato una sperimentazione a livello nazionale, e forse europeo, attraverso la quale le detenute  hanno la possibilità di colloquiare con i professori dei figli minori frequentanti le scuole dell’obbligo.

Il progetto “Parla con Lei” s’indirizza specificamente alla sezione femminile del carcere di Trieste e intende dare continuità alle esperienze progettuali passate di entrambe le associazioni coinvolte. Il progetto si articola in due azioni complementari che hanno al centro il sostegno che le nuove tecnologie possono offrire alle donne detenute nel carcere di Trieste nel recuperare la propria “Voce”, favorendo il percorso riabilitativo e rieducativo a cui ogni pena dovrebbe tendere.

Prima azione: Colloqui attraverso Skype
Dopo due esperienze pilota, il progetto intende consentire alle madri detenute che abbiano figli iscritti in scuole primarie e secondarie e che godano della potestà genitoriale, di svolgere dei colloqui virtuali tramite Skype con gli insegnanti dei figli minori, favorendo il recupero del proprio ruolo genitoriale.
Seconda azione: Come nasce un cortometraggio: dalla scrittura alla realizzazione
Declinata in esperienza laboratoriale (scrittura cinematografica, realizzazione di un cortometraggio), questa fase permetterà alle donne detenute di sviluppare le proprie idee creative e dare voce e forma visiva alle proprie storie. Il modulo intende favorire, attraverso il metodo collettivo di lavoro proprio del cinema e con il supporto di operatori del settore, la crescita dell’autostima personale e del senso critico, permettendo al mondo interiore, anch’esso incarcerato, di essere tradotto in immagine. Le tecnologie e l’attrezzatura per la realizzazione di questa azione saranno a cura dell’associazione Studio Openspace.

Il progetto, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali – Servizio sistema integrato degli interventi e servizi sociali, “Genitori detenuti e professori dei propri figli a colloquio attraverso Skype”, ha visto come attore proponente e titolare del finanziamento l’associazione di volontariato @uxilia Onlus, in collaborazione alla Casa Circondariale di Trieste e lo Studio Openspace. L’obiettivo del progetto è quello di dar vita ad un’azione di sostegno alla relazione genitore- figlio, quando il genitore si trovi in stato di detenzione. Sulla base del diritto riconosciuto al genitore detenuto di partecipare, per quanto possibile, alla vita del figlio minore del quale abbia mantenuto la potestà genitoriale, si è ritenuto importante individuare una modalità di comunicazione che consentisse al genitore di conoscere l’andamento scolastico del figlio.
Grazie alla collaborazione attiva del Direttore della Casa Circondariale, dr. Fabio Casarano , e dell’Ufficio dell’Area Educativa, rappresentato dalla dr.ssa Anna Bonuomo, è stato possibile individuare le detenute interessate al progetto.

Attestazione di meritorietà dell’azione di @uxilia

@UXILIA

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