Fabio Fonda, triestino, medico cardiologo, nasce artisticamente dalla frequentazione di Cernigoj, Kravos e Vecchiet e dall’amicizia con Spacal.
Negli anni Settanta si perfeziona con Licata sulle tecniche sperimentali ispirate dalla ricerca di Goetz, presso la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia.
Nei segni grafici che produce in quegli anni si percepisce l’imprinting dei Vedova, Hartung, Scanavino, imprinting che permane anche nella matrice creativa successiva che trova un forte riferimento all’immaginario mondo della innovazione targato Man Ray.
Negli anni ’80 Fonda produce una serie di “grafiche” basate sull’acquisizione di immagini statiche da oggetti comuni, passati alla fotocopiatrice, completando la ricerca sulle matrici “sintetiche alla Cartesius, con il sostegno di Bruno e Valentino Ponte.
‘Azzurro capovolto cielo’
2013
digital art su arazzo
cm 80×120
Ne segue una pausa, espositiva più che ideativa, dovuta all’impegno professionale, che dura fino al 2003 quando riprende la produzione di nuove guache, di stampe a controtipo, di interventi pittorici su foto.
Nasce allora l’idea dell’intervento digitale che diventa sempre più esteso e prevalente, fino ad assumere identità e dimensione proprie nella pittura digitale sicché il personal computer di oggi è solo un passaggio lungo un percorso artistico lineare, coerente, mai interrotto dal tempo né deviato, anzi contaminato e sostenuto, dal profilo professionale.