Situazione del paese

Capitale: Kiev
Superficie: 603.628 km²
Popolazione: 43.531.422 abitanti 
Etnie: Ucraini 77,5%, Russi 17,2%, Rumeni e Moldavi 0,2%, Bielorussi 0,6, %Tatari di Crimea 0,5%, altre
Religione: 71,1% cristiana ortodossa, 11% non religiosi 
Tasso mortalità infantile: 8 per mille
Speranza di vita: 68 Maschi; 77,8 Femmine
Alfabetizzazione: 99,8%
Popolazione soglia di povertà: 46% (una guerra a lungo tempo la porterà al 90%) 

 

L'Ucraina è uno stato dell'Europa orientale. Dopo il crollo della Russia zarista nel 1917, è riuscita a raggiungere un periodo di indipendenza (1917-1920) di breve durata, ma fu riconquistato e costretto a subire un dominio sovietico brutale che ha prodotto due carestie forzate (1921-1922 e 1932- 33), con oltre 8 milioni di morti.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'Ucraina ha raggiunto l'indipendenza nel 1991 con la dissoluzione dell'URSS: il nuovo Parlamento adottò la Dichiarazione di sovranità dell'Ucraina che stabilì i principi di autodeterminazione dell'Ucraina, la democrazia, l'economia politica e l'indipendenza, la priorità della legge ucraina sul territorio ucraino rispetto al diritto sovietico e venne eletto come presidente del Parlamento Leonid Kravchuk.

I rapporti con la Russia furono inizialmente molto tesi, restavano da risolvere la questione degli armamenti nucleari sul territorio ucraino e il controllo della flotta del Mar Nero ancorata a Sebastopoli.

Dopo proteste popolari per sospetti di brogli a favore del primo ministro Janukovyč e la cosiddetta "Rivoluzione arancione" da parte dei sostenitori di Juščenko, i risultati delle elezioni presidenziali dell'ottobre/novembre 2004 vennero sospesi dalla Corte Suprema.

Seguirono una serie di crisi politiche che portarono nel 2007 a delle elezioni parlamentari anticipate il cui esito fu controverso: se il Partito delle Regioni di Janukovič si riconfermò come primo partito, la coalizione tra il Blocco Elettorale Julija Tymošenko di Julija Tymošenko e il Blocco Nostra Ucraina-Autodifesa Popolare di Juščenko ottenne la maggioranza dei seggi. Julija Tymošenko fu pertanto nominata Primo ministro il 18 dicembre 2007.

Nel 2010 alle elezioni presidenziali fu eletto Presidente della Repubblica Viktor Janukovyč, che sconfisse la Tymošenko di stretta misura. Nel 2011 la Tymošenko venne coinvolta in un procedimento penale per malversazione di fondi pubblici, con l'accusa di aver siglato con la compagnia russa Gazprom un contratto per la fornitura di gas naturale giudicato inutilmente oneroso per il paese. Nel 2012 la Corte Suprema dell'Ucraina nell'ultimo grado di giudizio ha confermato la condanna a sette anni di reclusione per abuso d'ufficio. A favore dell'ex Primo Ministro ucraino è arrivata la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che il 29 aprile 2013 ha decretato "illegale" la detenzione della Tymošenko.

Nel corso del 2013 iniziarono forti proteste pro-europee contro il presidente Janukovyč, politicamente filo-russo, sfociate in dicembre quando il governo ha sospeso un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea. Tali proteste, sostenute anche da gruppi nazionalisti vicini al partito politico di estrema destra, sfociarono nel corso di gennaio e febbraio 2014 in feroci e violenti scontri con feriti e morti, culminati con stragi nei giorni 18-19-20 febbraio.

Prima deIl'alba del 22 febbraio il Presidente Janukovyč scappò via da Kiev e il 22 mattina si dimise (solo) il Presidente del Parlamento Volodimir Ribak, un fedelissimo di Janukovyc. Immediatamente il Parlamento si riunì in seduta plenaria e fu eletto Oleksandr Turcinov quale nuovo Presidente. Nella stessa giornata avvenne la scarcerazione della Tymošenko. Dopo qualche giorno fu formato anche il nuovo governo dell'Ucraina, con Arsenij Jacenjuk come Primo Ministro.

La situazione si aggravò dunque a partire dal febbraio 2014: le proteste avanzate con la Rivoluzione di Maidan culminarono con l’annessione della Crimea alla Russia, lo scoppio della guerra del Donbass ancora in corso e la crisi russo-ucraina che oggi trova il suo culmine. Dal febbraio 2022 la Russia, invadendo l'Ucraina, sta portando avanti un conflitto contro di essa di enormi ricadute sociali, politiche e diplomatiche. 


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