Situazione del paese

Capitale: Kabul
Superficie: 652.864 km² (più di due volte l’Italia)
Popolazione: 40.100.000 abitanti (2021)
Etnie: Pashtun 42%, Tajik 27%, Hazara 9%, Uzbek 9%, Aimak 4%, Turkmen 3%, Baloch 2%, altri 4%
Religione: Sunniti 80%, Sciiti 19%, Altri 1%
Tasso mortalità infantile: 151.5 per mille (secondo peggiore paese dopo l’Angola, in Italia 5.7)
Speranza di vita: Media 44.65 anni __ 44.45 Maschi 44.87; Femmine (Italia: 76 M; 82 F)
Alfabetizzazione: 28.1% (Italia 98%)
Popolazione soglia di povertà: 36%

 

L'Afghanistan è uno stato dell’Asia centrale con più di 40 milioni di abitanti, confinante con l'Iran, il Pakistan e la Cina. Il paese vive da decenni in uno stato di instabilità politica, tensioni interne ed isolamento internazionale. 
 
L’occupazione  sovietica del 1979, terminata dieci anni più tardi, aprì nel paese  una lunga guerra civile che portò, negli anni novanta, alla presa del potere da parte della fazione estremista islamica dei Talebani. Dopo l'attentato terroristico dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti - appoggiati dall'ONU - hanno invaso lo Stato, dando il via all'operazione Enduring Freedom (Libertà Duratura). Dall'agosto 2021 il paese è ritornato sotto il potere autoritario dei Talebani, scatenando una forte crisi umanitaria e la negazione di numerosi diritti fondamentali, specialmente per le donne (apartheid di genere).
 
 

La missione “Enduring Freedom” aveva l’obiettivo di far cadere il regime talebano, sospettato di complicità con Al Qaeda ed Osama Bin Laden. La missione, iniziata il 7 ottobre 2001, si concluse con un apparente successo appena un mese dopo, con le truppe americane che entrarono vittoriose a Kabul. Si insediò quindi - sotto la supervisione statunitense - un governo provvisorio, con a capo Hamid Karzai.

In realtà le forze talebane, inizialmente allo sbando, si sono progressivamente riorganizzate ed hanno ingaggiato una guerriglia contro le truppe di occupazione. Il presidente Obama definì una 'exit strategy' parziale, che previde il ritiro graduale delle forze militari entro il 2014, lasciando da quella data in avanti all’esercito afghano il compito di combattere i talebani. Di fatto, dall'agosto 2021 i talebani hanno ripreso il controllo totale del paese. 

La guerra ha gettato lo Stato in condizioni drammatiche. Unico elemento trainante dell’economia rimane la coltivazione di oppio, da cui si ricava la grande maggioranza delle sostanze stupefacenti destinate ai mercati occidentali.

Particolarmente preoccupanti risultano la condizione femminile e quella infantile. Durante il regime talebano, alle donne vengono negati una serie di diritti fondamentali, impedendo loro la partecipazione alla vita sociale, economica, culturale e politica del Paese.

Rimangono profondamente limitati il diritto all'istruzione, il diritto al lavoro, il diritto di spostamento, il diritto a ricorrere alla legge e il diritto alla salute (nessuna donna può essere visitata da un medico di sesso maschile). Ancora oggi l’uso del burqa in pubblico è obbligatorio. Fame, siccità, matrimoni precoci ed isolamento sono all'ordine del giorno. La situazione dei bambini è addirittura peggiore.

Un recente rapporto dell’ONU ha puntato il dito contro la violazione dei diritti dei minori che viene perpetrata da anni nel territorio afghano. Il tasso di mortalità infantile è inferiore solo all’Angola, con le piccole vittime falcidiate dalla guerra, la povertà e le malattie. Tra queste ultime va segnalata la leishmaniosi, malattia infettiva provocata da microrganismi protozoi trasmessi all'uomo dalla mosca della sabbia. 


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