Situazione del paese

Capitale: Kabul
Superficie: 647.500 km² (più di due volte l’Italia).
Popolazione: 33.332.025  ab.
Etnie: Pashtun 42%, Tajik 27%, Hazara 9%, Uzbek 9%, Aimak 4%, Turkmen 3%, Baloch 2%, altri 4%
Religione: Sunniti  80%, Sciiti  19%, Altri 1%
Tasso mortalità infantile: 151.5 per mille (secondo  peggiore paese dopo l’Angola, in Italia 5,7). 
Speranza di vita: Media 44.65 anni: 44.45 Maschi 44.87 Femmine (Italia 76 M 82 F)
Alfabetizzazione: 28.1% (Italia 98%)
Popolaz. soglia di povertà: 36%

 

L'Afghanistan è uno stato dell’Asia centrale di circa 30.000.000 di abitanti, confinante con l'Iran, il Pakistan e la Cina. Il paese vive da decenni in uno stato di instabilità politica non ancora conclusosi.
L’occupazione  sovietica del 1979, terminata dieci anni più tardi, aprì nel paese  una lunga guerra civile che portò, negli anni novanta, alla presa del potere da parte della fazione estremista islamica dei talebani.
 
Dopo l'attentato terroristico dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti, appoggiati dall'ONU, hanno invaso lo Stato, dando il via all'operazione Enduring Freedom (Libertà Duratura).
Il paese è tuttora sotto l’occupazione dei contingenti armati della NATO e sconvolto dalla guerra tra i talebani non ancora sconfitti e le truppe occidentali.

La missione “enduring freedom” aveva l’obiettivo di far cadere il regime talebano, sospettato di complicità con Al Qaeda ed Osama Bin Laden. La missione, iniziata il 7 Ottobre 2001, si concluse con un apparente successo appena un mese dopo, con le truppe americane che entrarono vittoriose a Kabul. Si insediò quindi, sotto la supervisione statunitense, il nuovo governo provvisorio, con a capo Hamid Karzai, tuttora Presidente dello Stato.

In realtà le forze talebane, inizialmente allo sbando, si sono progressivamente riorganizzate  ed hanno ingaggiato una guerriglia contro le truppe di occupazione. Si stima che attualmente i talebani abbiano ormai il controllo di quasi l’80%  del paese. Il presidente Obama ha definito recentemente una 'exit strategy' parziale, che prevede il ritiro graduale delle forze militari da ultimarsi entro il 2014, lasciando da quella data in avanti all’esercito afghano il compito di combattere i talebani.

E’ comunque previsto il mantenimento nel paese di basi statunitensi con funzioni di supporto e addestramento alle forze armate locali. La guerra ha gettato lo Stato in condizioni drammatiche. Unico elemento trainante dell’economia rimane la coltivazione di oppio, da cui si ricava la grande maggioranza delle sostanze stupefacenti destinate ai mercati occidentali.

Il paese mantiene solo nella capitale Kabul una parvenza di ordine e legalità mentre il resto dei territori rimane tuttora sotto il controllo, più o meno legalmente riconosciuto, dei capitribù e dei talebani. Particolarmente preoccupanti risultano la condizione femminile e quella infantile. Alle donne, durante il regime talebano, erano stati negati una serie di diritti fondamentali,  impedendo loro la partecipazione alla vita sociale, economica, culturale e politica del Paese.

La situazione è oggi solo lievemente migliorata: rimangono profondamente limitati il diritto all'istruzione, il diritto al lavoro, il diritto di spostamento, il diritto alla salute (nessuna donna può essere visitata da un medico di sesso maschile), il diritto a ricorrere alla legge. Ancora oggi l’uso del burqa, per quanto non obbligatorio, è diffusissimo. La situazione dei bambini è, se possibile, peggiore.

Un recente rapporto dell’ONU ha puntato il dito contro la violazione dei diritti dei minori che viene perpetrata da anni nel territorio afghano, non solo nei territori occupati dai talebani ma anche  laddove sono in vigore le leggi del governo Karzai. Il tasso di mortalità infantile è inferiore solo all’Angola, con le piccole vittime falcidiate dalla guerra, la povertà e le malattie. Tra queste ultime va segnalata la leishmaniosi, malattia infettiva provocata da microrganismi protozoi trasmessi all'uomo dalla mosca della sabbia.


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