Situazione del paese

Capitale: New Delhi
Superficie: 3.287.782 km²  
Popolazione: 1.428. 627.000 abitanti 
Etnie: Ariana (alta statura e pelle chiara, tipiche del nord) e Dravidica (bassa statura e pelle scura, tipiche del sud)
Religione: induista (80%), musulmana (14%)
Mortalità infantile: 64,9 morti per mille (Italia: 5,7 per mille)
Speranza di vita: 70 anni circa
Alfabetizzazione: 61%
Popolazione sotto la soglia di povertà: 35%

 

L'India è il paese più popoloso al mondo, superando Pechino che è in calo demografico. È il settimo se si considera l’estensione, avendo una superficie di oltre 3 milioni di kmq. Il 76% della popolazione vive nelle zone rurali, mentre la restante parte si concentra nei grandi centri urbani della capitale Nuova Delhi, di Bombay e Calcutta. Il paese confina ad est con la Birmania, a nord-est con il Nepal, ad ovest con il Pakistan e a nord con la Cina. Il territorio si può suddivide in tre principali aree: la barriera montuosa dell'Himalaya a settentrione; la zona intermedia, una tra le più densamente popolate del mondo che comprendente le pianure alluvionali formate dal fiume Gange; infine la parte peninsulare del Deccan, protesa sull'Oceano Indiano, in cui le rive del Golfo del Bengala rappresentano la parte più coltivata e popolata.

Nel 1500 iniziano i primi contatti commerciali con il mondo europeo che hanno aperto la strada alle future campagne coloniali del 1800. Il padre della patria è Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma («grande anima»). L’India era una colonia inglese, ma lentamente - grazie soprattutto ai movimenti pacifici di disubbidienza civile, iniziati nel 1919 proprio sotto la guida di Gandhi - intraprese un cammino che la portò nel 1947, due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, ad ottenere l’indipendenza dall’Inghilterra.

Democrazia e pianificazione sono stati i principi fondanti di Jawaharlal Nehru, il primo capo di governo dell’India indipendente. Peculiriarità dell’età nehruviana è stata  inoltre la strategia del 'non allineamento'  che concretamente portò l’India, insieme ad altri 29 stati africani ed asiatici, a non condividere la visione del mondo rappresentata dai due blocchi contrapposti - quello sovietico e quello statunitense.

Dopo l'indipendenza vengono portate avanti lotte di religione fra le caste e si succedono insurrezioni in varie parti del paese che fortunatamente si sono provvedute ad arginare attraverso la tolleranza e le riforme costituzionali. A causa delle diverse etnie che la popolano si sono però avvicendati sempre vari movimenti separatisti, che hanno fatto sì che nel corso degli anni si scatenassero numerose guerre nella regione, come ad esempio quella con la Cina nel 1962 - nella quale subì gravi perdite - o quella con il Pakistan, suo vicino e dotato di armi nucleari come del resto la stessa India, per l'ancora irrisolta questione della regione del Kashmir. 

Un ulteriore importante problema di sicurezza in India è rappresentato dal terrorismo, in particolare nel Jammu e Kashmir - nel nord-est dell'India - e recentemente anche nelle grandi città come Delhi e Mumbai. L'attacco del 2001 al Parlamento indiano rimane l'attentato più grave.

L’India pertanto si caratterizza come Paese dai grandi contrasti, con il 60% della popolazione (le caste “basse”) ancora dedita all’agricoltura, con un reddito pro-capite piuttosto basso, nonostante si collochi oggi al decimo posto come potenza industriale grazie soprattutto alla varietà ed all'abbondanza di risorse naturali e di manodopera qualificata. I "fuori casta" però sono parecchi, circa 130 milioni, in condizioni di grande precarietà e discriminazione sociale.

Il lavoro minorile è molto diffuso ed occupa dai tre ai quattro milioni di bambini nelle fornaci dei mattoni ed un milione nelle fabbrice di tappeti fra India e Pakistan. Altra piaga drammaticamente evidente è la discriminazione delle donne che si manifesta molto presto, soprattutto fra le classi più povere, con la pratica frequente dell’infanticidio delle bambine, se non si è già provveduto con l’aborto selettivo. Questa pratica sembra si possa ricondurre alla dote che ogni famiglia deve garantire alle ragazze e che rappresenta pertanto una spesa insostenibile per le famiglie in condizioni più precarie. Un recente censimento evidenzia inoltre che gli analfabeti sono circa metà della popolazione adulta - della quale il 62 % è costituito da donne.

Negli ultimi anni sono stati fatti passi molto significativi per raggiungere l’autosufficienza alimentare; rimangono tuttavia il problema del possesso della terra per i piccoli agricoltori e tutte le nuove probematiche che l’economia di tipo occidentale sta causando in una società in bilico tra modernità e tradizione millenaria. 

 


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