Situazione del paese
Popolazione: 12.351.444 abitanti
Etnie: Arabi 98%, Ebrei 2%
Religione: 98,6% mussulmana, 0,8% ebraica, 0,6% cristiana
Mortalità infantile: 11,7 morti per mille
Speranza di vita: 75 anni
Alfabetizzazione: 81,8%
Popolazione sotto la soglia di povertà: 15% (26% bambini)
La Tunisia ha subito nel 2011 un brusco passaggio da una situazione di regime gestita dal Presidente Ben Ali a quella democratica. Il paese è stato il primo dove si sono sviluppati tutti gli eventi successivamente conosciuti come Primavera Araba e in Tunisia in particolare la Rivoluzione dei Gelsomini. Il transito dal regime alla democrazia ha trovato il paese impreparato, non essendoci una cultura politica dell'opposizione ed una valida alternativa che sostituisse Ben Ali.
I partiti di natura religiosa e tutti i fondamentalisti islamici hanno avuto, dopo la partenza di Ben Ali il 14 gennaio 2011, la possibilità di rientrare nel paese. I nuovi personaggi di spicco della politica tunisina sono diventati coloro che avevano vissuto lunghi periodi di esilio all'estero. Il 15 gennaio 2014 è rientrato in Tunisia acclamato dalla folla quello che era il simbolo dell'opposizione - Rached Gannouchi -, leader del partito religioso moderato Ennahda.
La sua permanenza ed esperienza in Inghilterra gli ha permesso di programmare il suo rientro e lo hanno portato in breve tempo a diventare il primo partito in Tunisia e vincere le prime elezioni politiche libere. Oggi la situazione del paese è estremamente confusa, il partito Ennahda ha perso forza e si fanno sempre più strada partiti estremisti.
Il 24 ottobre 2014 si sono svolte le nuove politiche con elezione diretta prima del primo ministro e poi del Presidente della Repubblica. La vittoria del partito Nidaa Tounes con il suo leader Beji Caid Essebsi da un lato dà speranza di una ripresa del paese ma dall'altra ripropone sulla scena politica un personaggio che aveva ricoperto un ruolo da ministro degli affari Esteri durante la Dittatura di Ben Ali.
La situazione economica e culturale del paese vede un territorio spaccato in due. Una stretta striscia di terra lungo le coste identifica i ricchi centri turistici - dove si sviluppa la gran parte del reddito - in contrasto con la povertà delle zone desertiche a pochi chilometri dalla costa.
I servizi pubblici come la sanità - pur accessibili a gran parte della popolazione - riescono a fornire solo i servizi di base, lasciando alla sanità privata il ruolo principale con costi molto proibitivi per la gran parte della popolazione. L'educazione di base offre scuole molto povere soprattutto nelle zone interne del paese.
La Tunisia è una delle "porte per il Mediterraneo" da dove partono i barconi con i clandestini diretti verso l'Italia. Le zone conosciute per questo fenomeno sono quelle che accolgono i clandestini provenienti dalla Libia, la zona di Zarzis e il Golfo di Gabes.
Nel 2011 la Tunisia ha subito un'invasione di rifugiati provenienti dalla Libia in fuga a causa del conflitto. Sono passati sul territorio circa 550.000 persone, accolti nelle case private ma anche nei campi profughi di Ras Jedir, Choucha, Dihba, Ramada, Medeninne. Tutti in campi sono stati chiusi tranne quello di Choucha - ancora aperto -, che ospita persone provenienti da paesi centro africani per i quali non è stato possibile prevedere il rimpatrio essendo i loro stessi paesi in guerra.
Oggi la Tunisia sta vivendo due grandi crisi - quella economica e quella migratoria -, che la rendono fortemente instabile.
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