Soggetti beneficiari: Abitanti di Baghdad
Città / Regioni coinvolte: Baghdad
Periodo di realizzazione: 2004
Fonte di finanziamento: Fondi Spes
Costo complessivo: 35.000 USD
Stato progetto: concluso
Al Mansour, il policlinico pediatrico di Bagdad, dove si curano i bambini leucemici. Tutti i lettini sono occupati da esserini pallidi, smagriti, spesso senza capelli, con la flebo al braccio, spesso senza nemmeno la forza di tirarsi su. Al Mansour è l’ ospedale di riferimento di tutto l’ Iraq per questo tipo di malattie e i casi di leucemia infantile sono aumentati fino a sette volte dopo la guerra del Golfo del 1991. Non va attribuita la causa del fenomeno direttamente alla guerra, cioè all’ uso di proiettili all’ uranio impoverito da parte degli americani, ma è sicuro che il fatto dipenda da «condizioni secondarie» causate dal conflitto. Cattive cure. Malnutrizione. Scadimento generale della sanità pubblica. Non solo i casi sono aumentati a dismisura, ma si sono anche fatti più acuti, il morbo più aggressivo.
La sanità è forse il settore dove l’ orgoglio ferito dell’ Iraq sanguina più dolorosamente. Vent’ anni fa era all’ avanguardia.. I medici iracheni, spesso specializzati all’ estero, erano di primissima classe; in seguito le loro conoscenze mancarono di aggiornamento e restarono fatalmente indietro. E qui siamo a Baghdad: a Bassora, ad esempio, i dottori erano meravigliosi ma gli ospedali facevano semplicemente piangere. Nella sua costante denuncia delle sanzioni internazionali imposte dopo l’ invasione del Kuwait nel 1990, la propaganda irachena sottolineava soprattutto la situazione della sanità. La situazione, però, era più complessa di quanto pretendano gli slogan.
Subito dopo la liberazione di Baghdad la missione di @uxilia ha viaggiato nel deserto iracheno da Amman a Baghdad per portare fornitura di medicinali, acqua, generi di prima necessità e apparecchiature biomedicali (cistouretroscopio e rettoscopio) all’ospedale pediatrico Al Mansour a Baghdad. Inoltre sono stati garantiti gli stipendi per un valore di 35.000 USD circa a personale medico e paramedico evitando che queste figure professionali abbandonassero l’ospedale per cercare garanzie economiche come taxisti o altri lavori più redditizzi durante la guerra.